Hitler e il nazismo by Vittorio Vidotto

Hitler e il nazismo by Vittorio Vidotto

autore:Vittorio Vidotto [Vidotto, Vittorio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggistica, Storia
ISBN: EPUB9788858101117-108178
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2012-10-11T22:00:00+00:00


Fig. 4. Berlino 10 maggio 1933: rogo dei libri di autori ebrei, pacifisti e antinazisti.

Proprio Heine aveva lanciato una frase profetica: «Dort, wo man Bücher verbrennt, verbrennt man am Ende auch Menschen, là dove si bruciano i libri si bruceranno un giorno anche gli uomini».

Ma torniamo alle elezioni di marzo. Il voto nazista aumentò soprattutto grazie ai nuovi elettori che si accostarono alle urne, tuttavia se guardiamo la distribuzione del voto notiamo come il nazismo non sia ancora maggioranza e non abbia un’equilibrata rappresentanza del paese. I nazisti sono forza maggioritaria, largamente maggioritaria nelle zone urbane, ma soprattutto rurali, della Germania settentrionale e orientale, in Ostpreußen, la Prussia Orientale, in Pomerania, nel Meklemburgo, a Francoforte sull’Oder: qui superano largamente il 50%. Nelle zone invece della Germania occidentale, lungo il Reno, ma anche nella stessa Baviera, culla del movimento, le percentuali superano di poco il 30%, arrivano al 38-39% ad Amburgo e a Berlino si fermano poco sopra il 31%. La zona che ottiene il miglior risultato per le forze democratiche è la circoscrizione di Colonia-Aquisgrana, dove i nazisti superano di poco il 30%13.

Intanto sono allestiti i luoghi di reclusione di massa, «campi di concentramento» spontanei, caserme, cantine, dove le SA, la milizia del partito, raccolgono e imprigionano gli avversari politici. Ma già il 20 marzo del ’33 Heinrich Himmler, il capo delle SS, l’altra milizia del partito nata come guardia del corpo di Hitler e con compiti più tecnici e di polizia delle SA, dichiara l’apertura del campo di concentramento di Dachau. E i campi di concentramento si riempiono di decine di migliaia di oppositori politici, soprattutto comunisti.

Un ulteriore significativo segnale del nuovo regime è che dal luglio 1933 il saluto Heil Hitler! diventa obbligatorio per tutti i funzionari pubblici e in tutte le scuole, poi si diffonderà quasi obbligatoriamente in tutto il paese, mostrando chiaramente le differenze fra chi lo eseguiva e chi vi si sottraeva14.

In quello stesso 1933 Hitler coinvolge il paese in un plebiscito, per confermare l’uscita della Germania dalla Società delle Nazioni, la prima rottura del sistema di Versailles, e accompagna questo plebiscito con elezioni-burla, con una sola scheda prestampata dove compare il nome di un solo partito, quello nazionalsocialista, la Hitlerbewegung (il movimento di Hitler), con il nome di Hitler e quello dei maggiori gerarchi nazisti. In Germania, lo sappiamo, c’è ormai un largo consenso e un rifiuto sostanziale della democrazia, una domanda di ordine a cui i nazisti sembrano rispondere con grande efficienza.

Ma fra il 1933 e il 1934 rimane aperta una partita all’interno del nazismo: sono in discussione i rapporti con le SA, tra il radicalismo della milizia, che voleva una seconda rivoluzione più accentuata sul terreno sociale, e l’atteggiamento più istituzionale del partito. È in atto anche il confronto-scontro tra le SA e l’esercito tedesco, allora in ricostituzione. In quegli stessi mesi aumenta in maniera esponenziale il numero delle iscrizioni alle SA. Nel 1932 contavano 450 mila iscritti, nel ’34 superano i 4 milioni, e questo grande aumento è legato a una forte affluenza operaia.



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